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Deregulation ambientale?
L'iniziativa pubblica di Monza e per l'Ulivo e delle associazioni ambientaliste
di Giorgio Casera


Sono tempi di Finanziaria, che ci fanno assistere, come e più degli anni scorsi, a risse, sgambetti e ricatti nella coalizione di centrodestra.
Sulla cresta dell'onda, in questi giorni, il tentativo di vendita di Beni Culturali, con la scellerata formula del silenzio-assenso, la portata del condono edilizio, le manovre intorno alla Cassa Depositi e Prestiti, grimaldello per assicurare il controllo del mondo bancario da parte del ministro dell'Economia.
Non ha la stessa attenzione nei media, e non l'ha avuta in passato benché l'iter sia iniziato due anni fa in Parlamento, il disegno di legge delega in materia ambientale presentato dal Governo con l'obiettivo di riscrivere l'intera normativa sull'argomento.
Il ddl è stato approvato recentemente al Senato ed è quindi tornato alla Camera per l'approvazione definitiva. Le opposizioni e le associazioni ambientaliste hanno contestato duramente il progetto e continueranno ad opporsi ad una legge che rende vane decine di anni di mobilitazione per la tutela ambientale.

I rischi maggiori sono si rilevano:
Per informare e rendere consapevoli i cittadini di Monza intorno ai rischi che corre l'ambiente nel nostro Paese è stata organizzata un'iniziativa pubblica ( sabato 11 ottobre, da parte di Monza per l'Ulivo insieme alle associazioni ambientaliste Legambiente, WWF e Comitato per il Parco), presenti alcuni protagonisti di battaglie, passate ed attuali, per la tutela ambientale.
Al tavolo dei relatori Edo Ronchi, ministro dell'Ambiente dal '96 al 2001, il senatore, dei Verdi, Turroni, vice presidente della commissione Ambiente del Senato, Carlo Monguzzi, consigliere dei Verdi alla Regione Lombardia, Massimo Scalia, professore universitario, già parlamentare, e l'avv. Donatella Paciello dell'associazione Monza per l'Ulivo.
Moderatori Bianca Montrasio del Comitato per il Parco e Marco Achilli dell'Ulivo monzese.
Il senatore Turroni ha ripercorso l'iter della legge, raccontando del difficile dialogo con la maggioranza per un argomento che dovrebbe essere “bipartisan”, dei tentativi (riusciti, da parte della maggioranza) di introdurre disposizioni particolari, per soddisfare probabili interessi privati (come ad esempio la possibilità da parte di società estere di vendere rifiuti ferrosi in Italia, senza controlli di laboratorio, il che fa sospettare che si voglia permettere di smaltire materiale contaminato etc.). L'opposizione, dice Turroni, ce la mette tutta per ritardare i tempi di approvazione. Dice anche che le Regioni, che hanno poteri in materia ambientale, possono aiutare molto in questa battaglia, come nel caso del condono edilizio.
Donatella Paciello ha in seguito illustrato ai partecipanti all'incontro il significato di legge delega, le procedure che ne regolano l'iter fino alla sua approvazione ed i meccanismi di applicazione.
Edo Ronchi ha dapprima stigmatizzato il condono edilizio appena approvato dal governo rendendo vana la meritoria opera di amministratori e magistrati che si sono battuti per far rispettare le leggi
contro gli abusi, anche in difficili situazioni locali. Ha poi ricordato in un lungo intervento tecnico i meriti della sua legge sui rifiuti che ha funzionato e funziona benissimo (ha citato come esempio la raccolta differenziata). Ha concluso affermando che l'assenza di regole (intelligenti) comporta arretratezza culturale e degrado (e viceversa, aggiungo).
Scalìa ha lamentato che i delitti ambientali non abbiano, in Italia, rilevanza penale, come in Francia, Germania, Grecia etc. Nella precedente legislatura l'Ulivo, quando poteva, non ha maturato questo principio; occasione perduta. Il recente blackout gli ha dato inoltre lo spunto per denunciare la scarsa produzione di energia con fonti rinnovabili (solare, eolica): l'Italia viene dopo la Germania e l'Austria (?!) nella classifica dei produttori. Ha poi criticato il decreto sblocca centrali, approvato a tamburo battente dopo il blackout, ritenendolo di scarsa efficacia (le regioni sono tendenzialmente contrarie alla dislocazione di centrali, inquinanti, nei loro territori, ed i privati sono restii ad investire in un quadro normativo e di strategia energetica poco chiaro: nel governo iperliberista, a parole, c'è chi si è affezionato all'Enel, e non si sa quanto spazio resti ai privati).
Infine Carlo Monguzzi ha aggiornato i presenti sulla situazione in Lombardia, sui parchi regionali, sui rifiuti (è in arrivo una legge regionale per la “libera” circolazione di rifiuti), su elettrosmog. Anche qui la tendenza è l'allentamento o l'eliminazione delle regole: con un facile slogan si potrebbe dire più mercato meno salute.
Gli amministratori di Monza, il sindaco Faglia e l'assessore Mosca hanno portato ai relatori e ai presenti il saluto della città e anche la preoccupazione per i possibili effetti della nuova legge. Che per l'assessore Mosca si aggiunge ad un quadro già allarmante dove esistono la legislazione regionale citata e potenti privati con obiettivi opposti a quelli dell'amministrazione.
Alla fine, che fare?
Alla conclusione dell'incontro pubblico la morale è ancora “resistere, resistere, resistere”.

Giorgio Casera


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  23 ottobre 2003